Interventistica Ecoguidata

Presso l’ospedale Koelliker si effettuano interventi mini-invasivi guidati dall’ecografia.
Grazie all’ecografia è possibile effettuare procedure terapeutiche con estrema precisione poiché il radiologo è guidato nell’operazione dall’ecografo che identifica con chiarezza il punto esatto da trattare.

Interventistica Ecoguidata: i campi di applicazione

Grazie agli interventi ecoguidati possono essere trattate moltissime patologie:

Periartrite: termine utilizzato, soprattutto in passato, ora pressoché completamente sostituito dalla definizione più anatomo-patologica di infiammazione cronica coinvolgente i tendini che costituiscono la cuffia dei rotatori, ed in particolare il sovraspinato, spesso associata ad una componente calcifica. Si manifesta con una sintomatologia dolorosa spesso associata ad impotenza funzionale che segue un andamento ciclico per l’alternarsi di fasi acute ad altre più silenti e che cronicizza.

Borsite: infiammazione di una componente anatomica che normalmente si presenta come una cavità virtuale che viene distesa dal liquido sinoviale sieroso, che si produce in maggiore quantità, in maniera aspecifica, durante i processi infiammatori. Le borse sono localizzate strategicamente in punti critici a proteggere le strutture anatomiche che durante i movimenti potrebbero essere danneggiati. Nelle situazioni in cui la borsa è infiammata si percepisce un’elevata sintomatologia dolorosa, che viene trattata.

Calcificazioni tendinee: sono dei depositi di calcio (idrossiapatite di calcio) all’interno della struttura degenerata dei tendini che talora possono essere asintomatici, in altri casi possono essere la concausa di dolore anche molto intenso durante la fase infiammatoria della patologia tendinea. Le calcificazioni possono essere trattate con differenti metodi dalle onde d’urto all’intervento sotto guida ecografica di litoclasia fino al classico intervento chirurgico di asportazione.

Dolore nell’artrosi dell’anca: il dolore a livello dell’articolazione coxo-femorale rappresenta una delle maggiori cause di disabilità dopo la lombalgia, cui spesso è associata e può essere determinata da alterazioni morfostrutturali che determinano inizialmente quadri di conflitto tra le due componenti ossee e condurre fino a gravi quadri di artrosi. Il dolore a livello dell’anca però talora può riconoscere altre cause quali le tendinopatie inserzionali da sovraccarico funzionale dei glutei a livello del grande trocantere o dei tendini ischicrurali a livello della tuberosità ischiatica negli sportivi.

Dolore del ginocchio: la gonalgia rappresenta una sintomatologia dolorosa che riconosce svariate cause, colpisce tutte le fasce di età. Le cause più frequenti possono essere traumatiche o degenerative e le strutture coinvolte sono tipicamente i menischi, i legamenti, la cartilagine. Le patologie più frequenti sono rappresentate dall’artrosi, dalle patologie infettive quali le artriti o dalle patologie post-traumatiche.

Artrosi: fenomeno degenerativo che coinvolge tutte le articolazioni formate da capi articolari rivestiti da uno strato di cartilagine e da una capsula contenente liquido sinoviale. La degenerazione inizia in età intermedia (intorno ai 30 anni) con i primi effetti dannosi sul rivestimento cartilagineo che dapprima si assottiglia, poi perde la sua integrità e quindi la sua funzione di trofismo e di protezione meccanica. Le fasi successive della patologia sono rappresentate dalla produzione di nuovo osso (osteofiti) che tende a ridistribuire le forze di carico.

Versamenti: il versamento rappresenta un aumento del contenuto del liquido sinoviale fisiologico sotteso da diverse patologie appartenenti all’ambito reumatologico, flogistico, degenerativo e traumatico.

Cisti di Baker: rappresenta la distensione fluida da parte di liquido sinoviale, della borsa compresa tra i tendini gastrocnemio e semimembranoso. Può raggiungere considerevoli dimensioni, si manifesta clinicamente come un “impaccio” durate i movimenti o può essere silente fino a quando va incontro a processo di “rottura”. Si cronicizza facilmente è quando non è troppo organizzata si può drenare senza ricorrere all’eventuale intervento di rimozione.

Epicondilite e Epitrocleite: processi flogistici e flogistico/degenerativi che coinvolgono rispettivamente i tendini estensori e flessori a livello delle regioni inserzionali distali dell’omero.  I tendini coinvolti si ispessiscono e degenerano, talora con una componente calcifica distrofica associata, fino alla possibile rottura. Si giovano di trattamento di needeling, di infiltrazione mediante PRP e di onde d’urto a seconda della fase e del tipo di processo in atto.

Tendinopatia achillea: il tendine di Achille per una sua particolare conformazione anatomica e per i rapporti talora alterati con la regione dell’apofisi calcaneare sottostante tende a subire nel tempo dei processi degenerativi associati o meno a borsiti retrocalcaneari, che se non trattati conducono alle invalidanti lesioni che richiedono tempi di recupero molto lunghi. Il trattamento nelle fasi più precoci delle lesioni evitano il fatale destino.

Dolore e fascite plantare: la fascia plantare nella regione di inserzione calcaneare subisce una costante forza di trazione che determina nel tempo soprattutto quando sollecitata fenomeni degenerativi che possono determinare infiammazione fino alla rottura.

Sperone calcaneali: si identifica quando alla tendinopatia del tendine di Achille o al coinvolgimento della fascia plantare sono associate delle calcificazioni inserzionali a livello della regione di passaggio tra il tendine stesso e l’apofisi posteriore del  calcagno sottostante, che possono amplificare la sintomatologia dolorosa.

Rizoartrosi: per definizione rappresenta l’artrosi coinvolgente l’articolazione trapezio-metacarpale ma si estende al coinvolgimento anche delle altre articolazioni delle mani e dei polsi. Il quadro degenerativo artrosico si può associare ad una componente fluida sinoviale reattiva che si può giovare di infiltrazioni mirate con cortisonici o acido ialuronico.

Dolore a carico della regione coxo-femorale

Interventistica ecoguidata: quali trattamenti si possono effettuare

L’ecografia ha funzione di guida per l’effettuazione di terapie mirate e in particolare si eseguono:

Infiltrazioni: dall’artrosi al trattamento del dolore cronico alle tendiniti, le infiltrazioni rappresentano un importante strumento terapeutico. L’indicazione principale delle infiltrazioni è il trattamento del dolore, tramite l’iniezione di farmaci corticosteroidi (cortisonici), anti-infiammatori e derivati dell’acido ialuronico.

Nelle infiltrazioni vengono iniettate sostanze terapeutiche per la cura di patologie tendinee, intrarticolari e intrabursali (borsiti)

Viscosupplementazione: con il termine viscosupplementzione ci si riferisce alle infiltrazioni di acido ialuronico a livello intrarticolare (anca, spalla, gomito, ginocchio, mano, caviglia ecc.). Le infiltrazioni di acido ialuronico sono molto efficaci nella cura dell’artrosi, una delle più comuni malattie degenerative che rappresenta una causa di grave disabilità per i pazienti che ne sono colpiti. Tale patologia colpisce tutti i distretti articolari specie quelle articolazioni sottoposte al carico.

Needling spalla: per il trattamento delle calcificazioni il needling ecoguidato con lavaggio bursale è un piccolo intervento di tipo ambulatoriale, riconosciuto come il gold standard per la cura di tale problematica. L’intervento prevede tramite tecnica percutanea e supporto ecografico la perforazione della calcificazione e la sua asportazione tramite lavaggio bursale con fisiologica. Al termine della procedura si procede solitamente con infiltrazione di cortisonici

Litoclasia spalla: è una procedura che consente lo scioglimento delle calcificazioni dell’articolazione della spalla (nella popolazione adulta, la tendinopatia calcifica di spalla è una causa molto comune di dolore alla spalla). La litoclasia, decisamente meno invasiva della chirurgia, è una procedura che ha dimostrato una buona efficacia nelle calcificazioni formatesi da poco, singole, ma di grandi dimensioni. La tecnica permette un intervento preciso e selettivo sulla lesione calcifica consentendone la destrutturazione, il cambio di stato e il suo scioglimento.

Trattamenti con P.R.P. – Plasma ricco di piastrine: è un derivato del sangue venoso periferico costituito da siero ad altissima concentrazione di piastrine.

Le piastrine sono delle cellule deputate alla riparazione dei tessuti attraverso il rilascio di sostanze dette fattori di crescita che stimolano i tessuti stessi nell’indurre e completare la riparazione. Le piastrine non stimolano la formazione di tessuto cicatriziale fibrotico (cicatrici) ma la differenziazione cellulare al fine di ottenere un tessuto riparativo il più possibile analogo, sia strutturalmente sia funzionalmente, a quello danneggiato.

Inizialmente il PRP veniva utilizzato in ambito ortopedico per il trattamento delle lesioni muscolo tendinee in fase acuta.

Attualmente sono molti i campi di applicazione visti gli ottimi risultati ottenuti, la bassa invasività e l’assenza degli effetti collaterali.

Il P.R.P. è utilizzato per lesioni tendinee post traumatiche e degenerative (epicondiliti, tendinopatie achillee, tendinopatie rotulee, entesopatie ischio crurali e trocanteriche, fasciti plantari), borsiti subacute; croniche ribelli (olecraniche, prerotulee, trocanteriche), lesioni meniscaali 2° grado, lesioni fibrocicatriziali retraenti (perineurali, peritendinee, muscolari tendinee e sottocutanee), patologia articolare degenerativa (artrosi del gomito, del polso, delle dita e dell’anca). 

Ecografia con mezzo di contrasto: una procedura all’avanguardia che permette di effettuare diagnosi sempre più accurate.  

Il mezzo di contrasto che viene utilizzato è una soluzione contenente microparticelle (microbolle di esafluoruro di zolfo) che somministrate endovena permettono una definizione dinamica e precisa del microcircolo dei tessuti e quindi delle lesioni presenti. Le microbolle sono di per sè innocue e vengono eliminate attraverso i polmoni riducendo al minimo il rischio di reazioni allergiche e di danni renali.

Uniche controindicazioni sono rappresentate dalla gravidanza e da grave insufficienza cardiaca.

L’ecografia con mezzo di contrasto è di grande utilità e di valore aggiunto in diversi ambiti:

  • oncologico l’uso del mezzo di contrasto è indispensabile nella diagnosi delle lesioni primitive come propedeutica alla biopsia. Il mezzo di contrasto permette infatti di definire la componente maggiormente vascolarizzata alla quale indirizzare la biopsia. L’uso del mezzo di contrasto è anche fondamentale nel post intervento per differenziare il tessuto cicatriziale da eventuali nuove lesioni sospette.
  • reumatologico è utilizzato per valutare la malattia sia nella fase iniziale sia nelle fasi di riacutizzazione come aiuto indispensabile per definire la terapia.
  • patologie traumatiche sportive, il mezzo di contrasto è utile per modulare le tempistiche di rientro all’attività (nel caso di lesioni muscolo-tendinee) o per valutare le alterazioni traumatiche o degenerative miotendinee.

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