Scompenso cardiaco: nuove frontiere nelle diagnosi di cura

Approfondimenti e strategie diagnostiche condivise da molti professionisti del territorio piemontese, tra cui quelli dell’Ospedale Koelliker, per migliorare la gestione dello scompenso cardiaco.

Scompenso cardiaco: nuove frontiere nelle diagnosi di cura

Sabato 9 novembre, presso l’Unione Industriali di Torino, si è svolto un evento dal titolo “Le differenti cardiopatie che possono generare uno scompenso cardiaco” di grande rilievo dedicato allo studio delle cause di questa patologia complessa. Ad aprire il convegno è stato l’Amministratore Delegato dell’Ospedale Koelliker, il dottor Paolo Berno, che ha dato il benvenuto ai partecipanti e ha sottolineato l’importanza della collaborazione per affrontare questa complessa condizione. L’incontro aveva l’obiettivo di approfondire i fattori che contribuiscono a questa condizione e di proporre strategie per una diagnosi sempre più precisa e tempestiva.

Tra i numerosi specialisti intervenuti, molti appartenevano all’Ospedale Koelliker, tra cui il professor Sebastiano Marra, responsabile dell’equipe di cardiologia, la dottoressa Paola Lusardi, il dottor Carlo Budano, la dottoressa Gabriella Agnoletti, la dottoressa Marica Di Tria, il dottor Roberto Torchio e il dottor Riccardo Pellegrino. Ciascuno ha offerto il proprio contributo, analizzando lo scompenso cardiaco da prospettive differenti e arricchendo il confronto con esperienze specifiche e casi clinici esemplari.

Questa patologia può infatti derivare da diverse cardiopatie e, spesso, le sue cause si presentano intrecciate, rendendo la diagnosi iniziale particolarmente complessa. È frequente che un paziente arrivi in ospedale per sintomi specifici, come un episodio di fibrillazione atriale, e che nei giorni successivi si manifestino altre complicanze, tra cui un peggioramento della funzione renale. Questo esempio evidenzia l'importanza di considerare lo scompenso come una condizione dalla genesi multifattoriale, specialmente nei pazienti anziani, per i quali la diagnosi richiede una valutazione completa e integrata di tutte le comorbilità.

Durante l'evento, è stata sottolineata l'importanza di individuare fin da subito le cause dello scompenso per garantire un approccio terapeutico più efficace e prevenire ulteriori complicazioni. Gli specialisti hanno discusso di casi clinici in cui l’insufficienza cardiaca è stata riconosciuta in ritardo, spesso dopo un primo ricovero in Pronto Soccorso. Questa situazione, oltre a comportare un aggravamento delle condizioni del paziente, aumenta anche il rischio di ulteriori ospedalizzazioni.

Infine, l’evento ha messo in luce l’importanza di prevenire le recidive, non solo per ridurre i costi sanitari, ma anche per tutelare la salute del paziente. Un secondo ricovero per scompenso, infatti, può portare a un rapido deterioramento della condizione clinica, fino a incrementare significativamente le probabilità di decesso. La gestione tempestiva e accurata delle cause è dunque un elemento chiave per migliorare la qualità di vita dei pazienti e ridurre la mortalità legata a questa patologia.

Questi contributi sottolineano l'importanza di un lavoro di squadra tra i diversi specialisti e livelli di assistenza per affrontare una patologia complessa e in crescita nella popolazione, soprattutto in quella più anziana.

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