Orto Internistica e Geriatria: ortopedici e geriatri uniti per una cura efficace
L’unione multidisciplinare e l’interazione tra specialità mediche dell’ospedale Koelliker porta alla nascita di un nuovo reparto funzionale per una migliore cura del paziente: il reparto di “orto geriatria”. Questo innovativo approccio, che unisce l'ortopedia e la geriatria, rappresenta un passo significativo verso una gestione più completa e mirata delle esigenze dei pazienti anziani, soprattutto dopo interventi ortopedici complessi come quelli alla colonna vertebrale, alle ginocchia o alle anche.
L’affiancamento del medico internista, il geriatra e gli ortopedici, nella pratica quotidiana di visita e cura al paziente, permette di ridurre notevolmente i tempi di degenza e le possibili complicanze post-intervento. Questa collaborazione sinergica consente una gestione più personalizzata e tempestiva del paziente anziano, considerando non solo l'aspetto puramente ortopedico dell'intervento, ma anche le sue condizioni mediche. L’orto-geriatria si distingue per un approccio integrato che coinvolge diversi professionisti sanitari, tra cui ortopedici, geriatri e internisti, che lavorano insieme per garantire una cura completa e continua del paziente anziano durante tutto il percorso di assistenza, dal post operatorio fino alle dimissioni.
Il geriatra è uno specialista molto importante, non solo per il trattamento post operatorio, ma anche per la cura dei deficit di memoria delle persone anziane, come spiega il dottor Palimitessa - spesso nell’ambulatorio di geriatria si presentano pazienti accompagnati dai figli che hanno osservato nel tempo come i genitori abbiano perso la memoria, soprattutto le capacità mnestiche, ovvero quelle che permettono di formare, immagazzinare e rievocare informazioni di vario tipo. Questo può rappresentare l’esordio di un’involuzione cerebrale, causata dal naturale invecchiamento, oppure può dipendere da altre patologie e quindi essere reversibili. Continua il dottor Palmitessa «a seguito della pandemia e della conseguente solitudine, molti anziani hanno subito un peggioramento repentino. L'importanza di una valutazione multidimensionale e continua del paziente anziano, che tenga conto non solo delle sue condizioni fisiche, ma anche della sua salute mentale e del suo benessere emotivo è fondamentale».
«Adesso si possono osservare le conseguenze di quel periodo – spiega il dottor Angelo Elio Palmitessa, responsabile del reparto di Geriatria dell’ospedale Koelliker – sotto forma di episodi di depressioni e maggiori quadri di involuzione comunque cerebrale. Tutti test che possiamo fare qui all’interno dell’ospedale durante la visita o con l’aiuto anche degli psicologi, che fanno vedere come il declino cognitivo è sempre più evidentemente legato all’allungamento della vita. Cuore e cervello comunicano tra di loro molto più spesso di quanto si possa pensare e quindi i danni che troviamo a livello cardiaco molte volte li possiamo trovare anche a livello cerebrale. Soprattutto in quelle che sono le forme vascolari in questo momento più frequenti delle involuzioni cerebrali», conclude il medico del Koelliker.