I benefici della chirurgia mininvasiva del piede

Esecuzione rapida, anestesia locale, breve ricovero e recupero dell'autonomia post-intervento: questi sono i principali vantaggi della chirurgia mininvasiva del piede, eseguita dal dottor Francesco Bucca, chirurgo ortopedico specializzato in patologie del piede.

I benefici della chirurgia mininvasiva del piede

La chirurgia percutanea del piede rappresenta una soluzione efficace e mininvasiva per il trattamento di numerose patologie dell’avampiede, tra cui il dito a martello, la metatarsalgia, l’alluce valgo e la spina calcaneare. «Questo approccio consente di intervenire in modo rapido, sicuro e con un impatto minimo per il paziente, favorendo una ripresa immediata della mobilità e il ritorno a una vita attiva» spiega Francesco Bucca, chirurgo ortopedico dell’ospedale Koelliker, specializzato in patologie del piede. «La tecnica chirurgica percutanea prevede solo due piccoli tagli di pochi millimetri – prosegue l’esperto -. Sufficienti per correggere le deformità senza dover ricorrere a incisioni più ampie». Grazie a questi accessi ridotti, i chirurghi ortopedici possono intervenire con precisione sulle aree problematiche del piede, come il dito a martello, le deformità dell’avampiede, e le alterazioni causate da condizioni come l’alluce valgo.

Tra i principali benefici derivati dall’uso di questa tecnica mininvasiva c’è il fatto che il paziente può camminare autonomamente subito dopo l’intervento. L’operazione risulta molto rapida (circa 8-10 minuti) e si esegue in anestesia locale, riducendo così i rischi legati a sedazione o anestesia generale. Si tratterebbe inoltre di un ricovero breve. «Dopo circa un’ora, il paziente può lasciare l’ospedale camminando sulle proprie gambe» conferma lo specialista.

La chirurgia percutanea del piede rappresenta una soluzione innovativa e migliora significativamente la qualità della vita dei pazienti. Nel dettaglio, consente di affrontare problematiche comuni come il “dito a martello”, una deformità che provoca il piegamento anomalo delle dita, spesso dolorosa e accompagnata da callosità che complicano il cammino e l’uso delle scarpe. La metatarsalgia, che si manifesta con dolore nella parte anteriore del piede causato da un sovraccarico delle ossa metatarsali, che genera infiammazione e una sensazione di bruciore ogni volta che si appoggia il piede. C’è poi l’alluce valgo, vale a dire la deformità dell’alluce che devia verso le altre dita, provocando una protuberanza dolorosa e rendendo difficile l’uso delle scarpe, con possibili complicazioni come l’artrosi. L’intervento permette poi di intervenire in caso di spina calcaneare, la formazione ossea anomala sul tallone che provoca dolore intenso, spesso percepito come una puntura durante la deambulazione, limitando le attività quotidiane.

Nell’articolo completo lo specialista spiega anche cosa fare in caso di alluce valgo, la cosiddetta “cipolla”. Una deformazione del piede che colpisce l’articolazione alla base dell’alluce, causando una deviazione dell’osso verso l'esterno, che può diventare molto visibile e spesso dolorosa.

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